Cercavo sempre la tua presenza,
oppure una coerenza, o un varco,
in quell’assenza,
o la conferma che mi amavi ancora,
negando anche a me stessa l’evidenza
Ti ho persa goccia a goccia,
lungamente
Ti ho persa molte volte, da non sapere quante
Senza poter piangere e far lutto,
senza il diritto di ricominciare,
con il veleno dell’assuefazione
che non concede alcuna tenerezza
né un’amorevole rassegnazione
E resto accanto a te e alla tua mancanza,
con l’ultimo ritratto in mano, un fotogramma
di te
completamente bianco.
(a Rita, per ciò che ha sofferto nel vedere sua madre perdersi)