– Eccola qui, professore!!! Che devo farne di lei, eh?!
– Ma……scusi, lei chi è?
(FULMINI, SAETTE, BOATI)
– Nemmeno adesso vuole riconoscere chi sono?! Qui!? A casa mia?!?!?
– Scusi, ma… Non mi dica che lei è ….
– Lo dica, lo dica, si liberi!
– ‘Oddio!’ Ma che succede???
– Vabbè, ho capito. La prenderò per un’ammissione e farò finta che l’abbia detto!
– M-ma come devo chiamarla? …Eminenza v-va bene?
– Ma stiamo scherzando?
– E allora come?
– ‘Vastità’.
– Vastità?!?
– V-A-S-T-I-T-À !!!
– V-vastità… Io sono c-confuso. Tutte le mie certezze in frantumi in un attimo. … i miei studi, le mie crociate…oops… senza offesa.
– Nessun’offesa. Io non c’entro con le Crociate! Continui pure.
– …. la singolarità, il big bang, il brodo primordiale, la prima cellula, acquatici, anfibi, rettili, volatili, mammiferi, primati e infine noi…tutto sbagliato!!!!
– Su, su, non si abbacchi così. Qualcosa di giusto qua e là c’è stato, guizzi, sprazzi, intuizioni. In fondo mi sono divertito a vedere cosa inventavate pur di ignorarmi! Certo, sentirmi chiamare Madre Natura, Selezione naturale, Caso e Necessità, un po’ mi ha infastidito! Ma visto che proprio non ce la facevate ad accettarmi come Sorgente Intelligente di Energia, m’è toccato accontentarmi di veder dotare di personalità concetti astratti. Pazienza! Comunque ora basta parlare di me. Parliamo un po’ di lei, professore!!
– Vastità, sono colpito che lei sia così magnanimo. Si prende persino pena per me, io che non ho mai fatto nulla per lei…
– Crede forse che non lo sappia?!? È stata quella rompiscatole a insistere che mi occupassi di lei. Sennò chi la sentiva!?
– Ma chi?
– Mah, è uno dei miei angeli custodi più puntigliosi e ossessivi, che si è fatta carico di lei come sua vocazione. Si figuri, ha persino l’ardire di correggermi…come se potessi sbagliare. Veramente impossibile! Però mi è utile per i casi disperati. Tutto sommato ….è un buon diavolo!
– Sarei io il caso disperato?!?
– Perché, non se n’è accorto? Scusi, ma guardi dove si trova! Andiamo a ritroso. Lei a cosa si stava dedicando, prima di trapassare?
– A un’opera di grande utilità sociale.
– E prima ancora?
– All’importanza di condividere i dati per il progresso della Scienza.
– Ottimo. E ancora prima?
– Alla ricerca di quei dati.
– Ecco. Per fare tutto questo lavoro serve una mente lucida, dedicata, concentrata. Lo scienziato e l’uomo si identificano. La ricerca è per pochi eletti, non crede?
– Sì, lo ammetto. Non è per tutti.
– Però, se a un certo punto lo scienziato e l’uomo prendono due strade diverse, avviene la scissione. Ho osservato migliaia voi andare in pezzi perché non applicavano più a se stessi il rigore e la passione richiesta dalla loro missione.
– Beh, missione, non esageriamo. Io direi lavoro…
– Mmmh, ma che modesto… Ricordi che io le leggo dentro professore! Non divaghi.
– Scusi, non sono abituato a tutta questa ‘celestialità’… Però non afferro dove sta il caso disperato?!
– Le spiego subito. Un bravo scienziato diventa il primo a sperimentare le sue teorizzazioni. Se lo può fare addirittura su se stesso realizza un sogno. La coerenza portata all’estremo. E adesso veniamo a lei, mi racconti cosa fa come scienziato.
– Ehm, analizzo l’interazione tra ambiente e genetica, studio l’uomo, la sua storia evolutiva….oddio….ahimè, sempre peggio!!!
– Non si preoccupi, ho le spalle grosse. Proceda.
– Cerco il nesso tra genoma e adattamento, ambiente e adattamento.
– E secondo lei è nato prima l’uovo o la gallina?
– Pardon?
– Professore, per essere uno scienziato la trovo un po’ lento… Era solo una battuta, perché in questa equazione dimenticate sempre il gallo… La vera domanda è: ‘Sono stati l’ambiente e il caso a determinare la vita, oppure le caratteristiche preesistenti in essa ne hanno permesso l’adattamento all’ambiente?’ Insomma, l’adattabilità è un risultato oppure era già potenzialmente presente per attivarsi al bisogno?!
– Beh… ambedue, ehm…Diciamo che ci stiamo ancora lavorando.
– Ti pareva! Manca poco e se la lascio fare mi dirà “Mistero della Fede”. Comunque, abbandoniamo per un momento le sue argomentazioni ‘religiose’, sennò mi annoio! Lei in sintesi studia l’effetto dei fattori ambientali sulla struttura genetica, dico bene?
– Assolutamente!
– Quindi, ne deduco che fino a poche ore fa il suo ‘esperimento’ ha riguardato l’effetto dell’ingestione massiccia di zuccheri sulla salute umana?!?!?!?!? Ma bravo, complimenti!!! Lei è riuscito a portarlo alle sue più estreme conseguenze… E ora, di grazia, che devo farne di lei, visto che mi si è andato volontariamente ad ammazzare per una congestione in una gara a chi ingurgitava più gelato?!? Lei crede forse che io non veda, che non sappia tutto?!
– Ma, Vastità, i dolori, le delusioni, l’età…
– SCIO-CCHE-ZZE! FAN-DO-NIE!!! Lo dica ai suoi studenti, non a me. Lei si sta creando un alibi. Non ha più motivazioni né obiettivi. Quando lei ha voluto, ha ottenuto. Ha grinta, carattere, cervello. Le manca però una cosa.
– Sì, lo so, la salute!
– Macché! …E poco prima della salute qual era la scusa?!? Suvvia, parliamo fuori dai denti, almeno io e lei. Nella sua stessa situazione altri, con molte meno risorse di lei, vedono un futuro. Lei difetta nelle emozioni, lei manca di esprimere i suoi sentimenti. Insomma, ha bisogno di vivere davvero, degli abbracci!
– Prego?!?!?
– Abbracci, abbracci, ha capito bene… Lei cerca un surrogato di vita nella palatalità… IMPOSSIBILE!!! Dare e ricevere affetto, amare con tutto se stessi insomma, è la cura banalmente disarmante che lei non vuol sentire. Le darebbe motivazione e forza, potenzierebbe la sua intelligenza, e migliorerebbe persino l’effetto delle sue cure… Su, su, non faccia quell’espressione. Saprò ciò che dico. Vi ho fatti io così!!!
– Sì, ammettiamolo. Ma ormai è troppo tardi. Sono puro spirito. Forse, poi, un giorno, mi reincarnerò…
– Oooooooh, Me Stesso!!! Ma se fosse così, la società umana nel suo insieme avrebbe dovuto tendere al miglioramento, avrebbe dovuto imparare dagli errori precedenti delle vite precedenti delle epoche precedenti!!!
Ascolti, io le sto parlando del suo OGGI. Faccia tesoro di quel poco che le ho detto. E distenda quella fronte corrugata. Le hanno detto che è quasi accettabile quando sorride?! Le do io un esperimento da fare: provi a sorridere e nel contempo a formulare pensieri negativi. Vedrà che le sarà praticamente impossibile. Scoprirà di poter invertire il suo umore, la sua giornata, il mondo intorno a lei, molto semplicemente, e di poter decidere lei stesso cosa il suo “grande narratore” le racconta!
Facciamo così, Professore: per quanto mi riguarda, io la respingo al mittente! Si sveglierà con un gran mal di testa, ma passerà. Basta con gli zuccheri. Si faccia due uova strapazzate e un succo di verdure, e parta con i suoi progetti! Per me, lei non è mai stato qui, e questa conversazione non è mai avvenuta.
Tanto …io e lei lo sappiamo bene …. nessuno mai le crederebbe!!!
(continua)