Rimasta a terra, la mia caduca fragilità fu tolta
con gesti di composta umanità
e lenta dolcezza
Da quella nudità giunse la forza.
Arrivò d’Altrove.
Lo specchio rivelò occhi più grandi
sicuri di un’intrinseca bellezza.
Scaldò la testa e il cuore
sapere che Colui che sta nell’Alto conta
e sa contare,
e che di noi preserva ogni minuzia
ogni particolare.
Ma non bastò saperlo di me stessa
Dunque, ben appoggiata alle colonne
appartenenti alla mia esistenza, tesa invocai:
“Viva la mia anima, e scorra la mia linfa
fino alle Radici e ai Fiori! Anch’essi sono Miei!
Anch’essi sono Me…”