In cima alla collina
la piccola cappella sempre aperta
era inondata di sole e di aria fresca
Sul davanzale giacevano cestini
ricolmi di custodie di istantanee,
persone di ogni età in pose felici
con doppia data in calce, segno di definitiva assenza
Difficile descrivere sgomento
comunanza e magnetismo esercitati
da quell’affaccio su vite interrotte sconosciute
Naturale fu l’epitaffio rievocare:
‘Ciò che sarete voi noi siamo adesso.
Chi si scorda di noi scorda se stesso…’
Liberatorio il pianto.