Il puro senso del presente
l’attesa che non è impaziente
l’adesso più assoluto
all’uomo, tra i senzienti, non è dato.
Lui vive troppo spesso nel passato,
e del futuro vuol piegare il verso
prevedere il corso
progettare insoddisfatto un sé diverso.
E, nel folle timore della fine,
nella caccia primaria a un dopo incerto,
per prevenire ciò che non ha cura
in quell’assillo d’imminenza
perde l’attorno, cede alla paura
viene vessato da un perpetuo senza.
E l’esistenza diventa una ferita,
cecità a una vita carica di vita.
Dissipando quella Somiglianza
che, portatrice di realizzazione,
sazierebbe il suo bisogno d’immanenza
disvelando, qui, il ‘non-tempo’
che del ‘non-luogo’*
ė l’anticipazione.