Torvo, oscuro, imprevedibile
una nube nera sotto il braccio,
già stanco del vivere
che consumava la mia aria…
Odiavo il tuo fischiare forte dalle scale
il rumore dei tuoi passi
il tuo rientrare,
senza provare a fingere
Ma poi sei ritornato indietro
ribaltando tutto,
diventando vecchio-giovane-bambino
Rimpiango l’assenza di dolcezza
la mia severità
i miei mancati abbracci
Di te resta nell’aria l’eco
della tua voce ferita, liquida,
triste, magnifica.